Cookieless, ovvero un browser senza cookie di terze parti al suo interno. Google ha rilasciato nei mesi scorso un comunicato dichiarando che entro il 2022 il suo browser non avrà più Cookie di terze parti al suo interno.
Ma a livello meramente pratico, cosa succederà a partire dal 2022?
La prima cosa che potremo notare è una sostanziale modifica delle strategie di marketing digitale, principalmente quelle legate ad ADV di terze parti come ad esempio quelle di Facebook.
Cookieless: migliorerà la privacy?
I cookie sono, al momento, il fattore di maggior leva per quanto riguarda l’advertising web. Grazie ai cookie si possono conoscere i comportamenti online degli utenti come ad esempio: che siti web visitano di frequente, quali acquisti hanno fatto, quali sono i loro interessi, quali social usano maggiormente etc.
Grazie a questi piccoli pezzi di codice, si può tracciare il comportamento di un utente e capire anche il suo modo di navigazione. Inoltre, permettono di valutare quale ADV mostrare loro evitando di intasare la navigazione con troppe pubblicità.
Ovviamente non si parla di quei siti SCAM che riempiono l’utente di pop-up fastidiosi e pubblicità ingannevole. In quel caso sono siti progettati per tutt’altro scopo e ne faremo un articolo dedicato.
Però possiamo dire, senza mezzi termini, che troppi cookie non fanno bene alla privacy dell’utente. L’evoluzione di Google verso il cookieless è dunque più un movimento per andare incontro ad una realtà più attenta all’utente.
Sul lato dell’utente, tutta questa struttura sembra un vantaggio, ma Google riserva alcune sorprese.
Solo i cookie di terze parti vengono rimossi
I Cookie di Google rimarranno. Questo è il primo dato che deve saltare all’occhio. Cambieranno e subiranno una modifica rispetto all’attuale situazione, ma rimarranno. Il colosso di Mountain View, per rimanere in linea con la sua idea di cookieless, ha modificato infatti la privacy sandbox. Quest’ultima permetterà il tracciamento delle ricerche attraverso una raccolta dei dati meno dettagliata dell’attuale.
Non è una novità, già con l’introduzione del nuovo codice di tracciamento avevamo assistito ad un cambiamento molto simile a questo. La tecnologia futura permetterà ai vari inserzionisti di avere i dati di gruppi di utenti che hanno in comune interessi e preferenze, evitando di accedere ai dati dei singoli.
A livello squisitamente pratico, è un dato molto simile a quello che possiamo già riscontrare da un anno sulle Google ADS. La pubblicità tramite Google non utilizza già i Cookie e permette di tracciare le attività dell’utente attraverso le sue navigazioni sui canali di BIG G.
I cookie di Google dunque rimarranno. Se io navigo tramite Google Chrome, acquisto da Google Shop, visualizzo YouTube o clicco su una pubblicità di Google ADV vengo comunque tracciato.
Cosa cambia dunque? Che Google non integrerà più i cookie di altre aziende (es. Facebook) ma si concentrerà maggiormente sulla sua tecnologia.
Niente panico: il digital marketing si sta evolvendo
Non dobbiamo assolutamente farci prendere dal panico. Possiamo dire tranquillamente che ci stiamo evolvendo in uno SLOW WEB MARKETING. Con questo termine si identifica quella procedura in cui l’utente non è più bombardato di annunci ma, come per i vecchi cartelloni pubblicitari, potrebbe vedere la medesima pubblicità per diverso tempo. Ovviamente un tempo consono per il web.
Con questa evoluzione ci dovremo concentrare maggiormente sul branding del cliente e sulla sua diffusione in modo singolo sulle varie piattaforme.
Le campagne social dovranno rimanere legate al social di riferimento, le campagne Google dovranno essere utilizzate nell’ambiente di Google e si procederà dunque ad una frammentazione delle campagne.
I cookieless aiuteranno molto i brand che conoscono i loro potenziali acquirenti. I marchi che già sfruttavano il branding social, che investono in relazioni tra le figure chiave di questa generazione come podcaster/influencer/editori avranno maggiori possibilità di distinguersi dalla massa.
Invece di concentrarsi sulla perdita dei cookie di terze parti, puntiamo ad un’innovazione della gestione dei dati. Avremo la possibilità di ri-creare un’industria ora sovraccarica e indicare una nuova linea del marketing che porterà ad una navigazione ancora più sicura e, in realtà, più personalizzata per l’utente.
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